SIAMO NOI CHE DOBBIAMO CONTRIBUIRE A RENDERE VIVA LA STORIA

I discendenti dell’equipaggio del Dirigibile Italia si ritrovano a Roma prima di partire insieme verso il Polo

Sabato 7 e Domenica 8 Luglio si è svolto presso la Casa dell’Aviatore di Roma il convegno “Noi del Dirigibile” con protagonisti i familiari dei membri dell’equipaggio del Dirigibile Italia, schiantatosi al Polo Nord il 25 maggio 1928.

“Ci sono voluti anni per ritrovare tutti ma alla fine ce l’abbiamo fatta” ha detto Giuseppe Biagi Jr, nipote del marconista che riuscì a riparare la radio di riserva caduta sul pack al momento dello schianto e a mandare SOS ogni ora fino al salvataggio. Biagi Jr, che come suo nonno 90 anni prima non si è mai perso d’animo, non nasconde orgoglio e soddisfazione per questa due giorni da lui organizzata.

Sono stati 18 i discendenti a portare la loro testimonianza di vita e a condividere i loro ricordi di famiglia più intimi. Tra loro anche tre figlie dei membri dell’equipaggio: Mariano, Viglieri e Zappi, ufficiali di rotta dell’Italia. “È stata una caccia alla Sherlock Holmes” ha dichiarato Stefania Settimi, nipote del motorista Callisto Ciocca, ultima a rispondere all’appello il mese scorso. La ricerca ha oltrepassato i confini nazionali arrivando a trovare anche Peter Johannensen, il nipote dell’esploratore polare Roald Amundsen, che scomparve nei cieli tra Tromso e le Svalbard su un Latham 47, un idrovolante francese, nel tentativo di soccorrere l’amico-nemico Umberto Nobile perso tra i ghiacci.

Hanno preso parte al convegno anche autorità dell’Aeronautica Militare, nella figura del Colonnello Giuseppe Prestigiacomo, il Direttore del Museo Storico dell’Aeronautica di Vigna Valle Adelio Roviti e il Direttore del Circolo Ufficiali Casa dell’Aviatore Massimo Palombelli, che ha messo a disposizione la sede di viale dell’Università a Roma.

La spedizione PolarQuest, che partirà il 21 luglio da Isafjordur in Islanda, celebrerà il 90 anniversario dell’avventura del dirigibile Italia con una cerimonia commemorativa a Ny Aalesund, presso la stazione di ricerca italiana “Dirigibile ITALIA”, in presenza di alcuni dei discendenti grazie al supporto del CNR e all’aiuto logistico di Stefano Poli, direttore del North Pole museum di Longyearbyen. Per molti di loro sarà una prima assoluta nei luoghi storici da dove partirono le speditioni polari del Norge nel 1926 e dell’Italia nel 1928.

Forse la voglia di avventura non sarà come quella dei loro avi, “Andrei al Polo anche a piedi” dice Maria Grazia Albertini ricordando le parole del prozio, tanto meno la preparazione fisica “Nonno si faceva la doccia ogni giorno con l’acqua del fiordo per preparare corpo (e mente)” racconta il nipote di Amundsen. Di sicuro però i discendenti dell’equipaggio Italia sono coscienti dell’importanza di far rivivere la memoria di questi eroi nazionali per non dimenticare un episodio così importante della storia italiana.

Nel corso del convegno, non sono mancati i momenti emozionanti, la proiezione di filmati inediti, l’esposizione di cimeli storici rispolverati per l’occasione e anche la visita a sorpresa della figlia di Guglielmo Marconi, la Principessa Elettra, che prendendo la parola in chiusura di convegno ha raccontato l’emozione del padre nel sapere che il salvataggio dei superstiti era stato possibile solo grazie a quello strumento di comunicazione da lui inventato appena 30 anni prima, e che avrebbe per sempre rivoluzionato il nostro modo di comunicare. Biagi, nel ringraziare la Principessa Marconi ha ricordato che “se la radio non fosse stata inventata nel 1928, nessuno di noi oggi sarebbe qui”.